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2. VEGANING OUT (Tutto fuorché un clickbait)


Salve a tutti e benvenuti nel secondo episodio di questo blooooooog!

Quanto tempo!

Come state? ...

..

.

Ehm, c'è nessuno?

Certo che no!

Questo blog esiste da più di un anno ma è stato pubblicato soltanto qualche settimana fa!

E di questo fatto ne sono stati a conoscenza soltanto due persone, me inclusa!

Fino ad oggi. Spero. Secondo me rimarrà sempre un mistero ai più, qualunque cosa io faccia. Comunque, innanzitutto, voi vi chiederete: perché? Ahivoi! È una domanda un po' troppo generica:

"Perché" mostrare al mondo questo scempio che ho compiuto che potremmo chiamare "diario che ti risponde" (citazione di mia zia)? "Perché" farsi venire l'idea di produrre una tale schifezza malscritta, ma soprattutto "perché" e dico "PERCHÉ?!!??" metterla in atto?

Ed infine.. "Perché" continuare la serie (se non lo avete fatto, leggete anche l'episodio pilota a.k.a. il post precedente a questo, se ne avete il fegato) con un articolo il cui titolo contiene la parola "VEGAN"? La risposta semplice è: autolesionismo.

Per quella più complessa, continuate a leggere. Ebbene, iniziamo.

Potete pure insultarmi liberamente, prego! Ho le spalle larghe, so reggere qualsiasi tipo di colpo, con un sorriso :) Quindi... Prendendo spunto dai miei recentemente riscoperti guru delle medie-superiori, Willwoosh e Caparezza (rispettivamente Guglielmo Scilla e Michele Salvemini), mi accingo a fare una cosa che mi esporrà ad odio e amore, ammirazione e delusione, con lo scopo di fare quel che mi fa stare bene. Io mangio e godo l'avocado (altra citazione illustrissima: se la azzecchi, vinci 1000 soldi del Monopoli dei Beatles!) Ebbene sì, mi piace quel frutto verde, viscido nonché contenente grassi vegetali con cui ci si fa la salsa Guacamole. Ed eccoci ad un altro vostro "perché". Mi piace perché da quando l'ho scoperto all'età di otto anni, a Tricase, nel Salento, quando vedevo la mia amichetta italo-ecuadoriana papparselo come se fosse una banana ricoperta di cioccolato e praline, mi ha subito colpito (e stupito) il fatto che nonostante non sapesse di dolce, fosse comunque così morbido, burroso e di un verde incredibilmente brillante, più della crema al pistacchio (buona, devo provare a farne una versione vegan...). Sì, lo so, avete letto di nuovo quella parola: VEGAN.

VEGAN. VEGAN. VEGAAAAAAAN.

E già metà dei lettori (se mai ce ne fossero) è scappata. L'altra metà andrà subito a leggere il riassunto e la sitografia, che si possono trovare in fondo.

Sì, lo ammetto: mangio erba, legumi, cioccolata, cioccolata, cioccolata, semi oleosi, frutta sia fresca sia secca e funghi. Tutti insieme, una bontà. A parte gli scherzi (ne faccio tanti, anche troppi: state parati), dal 4 giugno 2017, il giorno dopo il compleanno della mia migliore amica (ciao, Masha!), ho deciso di cercare di non mangiare né di comprare più prodotti di derivazione animale.

E da allora sta andando alla grande. Certo, gli incidenti capitano: l'altro giorno in autogrill ho assaggiato il piatto vegeteriano di una mia amica e una molecola di grana mi è finita giù per il gargarozz. Ma non mi sono fatta problemi, alla fine non è quello che mi ucciderà. Il problema qui (problema non mio, ma probabilmente è il tuo, di te che stai leggendo) è che credete che la mia sia una scelta etica. Parliamoci chiaro: io sono passata da un pranzone di pesce dalle 12 alle 15 del 3 giugno, seguito da un gelato medio al cioccolato fondente e altre creme e da un'abbuffata di formaggi stagionati per cena. Prima di andare a dormire quella sera, ho visto semplicemente questo video https://www.youtube.com/watch?v=5JzZLyck5Q4 (simpatico ma un po' estremista, ve lo concedo) e il giorno dopo non mi andava di mangiare nemmeno le Gocciole. A dire tutta la verità, non le mangiavo già da un po' di mesi. - Inizio Digressione / Pubblicità Progresso - Da qui in poi, per tutto il resto dell'articolo, sei invitato a non leggere se stai mangiando e hai lo stomachino delicatuzzo. Da febbraio stavo soffrendo di una latente forma di disturbo alimentare, o che ne so io... In termini spicci, mangiavo come una scrofa (o così mi sembrava) e nonostante tutto sono passata da 58 a 45 chili in meno di 5 mesi. Avessi letto una cosa del genere un anno fa, avrei esclamato tra me e me "Beata leeeeei..!". Ragazze e ragazzi, no.

Ora che l'ho vissuto sulla mia pelle, ve lo dico: NO.

Dimagrire tanto e in così poco tempo porta solo problemi, fidatevi. Io sono stata fortunata ad avere molte persone al mio fianco, nonché la volontà di voler "guarire", quindi ho recuperato in tempo, ma si rischia, SEMPRE. TRUST ME, I'M A (BULLSHIT-MAKER) ENGINEER.

- Fine Digressione / Pubblicità Progresso -

Tornando al main topic... Sono anni ormai che mi delizio con prodotti che comunemente definiamo vegani, come il tofu - che non è assolutamente un piatto orientale a base di soia fermentata, nooooooo! In realtà è spugna sbiancata chimicamente al gusto di suola di scarpe, che solo io e qualche cinese troviamo saporita anche al naturale), e da più di un anno facevo una mia versione del "Meatless Monday", ovvero una volta alla settimana, quando potevo e soprattutto mi ricordavo, mangiavo solo alimenti a base vegetale. A volte anche la mia famiglia mi seguiva, anche perché - modestamente - so cucinare, e anche discretamente (meglio di come scrivo, questo è sicuro).

Conoscevo anche i motivi che spingevano le persone ad abbracciare questa scelta di dieta e di vita in modo radicale e... onestamente? Non li capivo. Perché la carne è buona, diciamocelo. Certi formaggi, quelli di qualità soprattutto, si sciolgono in bocca lasciandoti con un senso di piacevolezza unica. Per non parlare delle uova: da bambina adoravo farmi i panini con frittate ripiene o strapazzate e condite di spezie (sì, ero una piccola master chef). Infatti, la mia scelta all'inizio è stata con riserva: ok, vorrei provare a sentirmi meglio quindi inizierò a mangiare bene. Poi se posso salvare qualche animale dalla morte e dallo sfruttamento, tanto meglio. Ma ero - e sono ancora - assolutamente consapevole di non poter mai fare la differenza da sola.

Poi ho fatto ricerche, ho letto, e ho visto, in particolare due film: "Cowspiracy" e "What the Health", disponibili su Netflix.

Ok, sì, sono documentari, però il protagonista, nonché uno dei due ideatori di entrambi i film, Kip Andersen, rende il tutto molto piacevole e non è uno di quei cosiddetti 'nazivegani' (che esistono e sono il Male, anche per una come me che non crede nell'eterna dicotomia tra.. Che non crede, punto. Scusate se urto la vostra italiana sensibilità.) Ok, Paola, rimane il fatto che hai messo in piedi un centinaio di discorsi senza andare mai al sodo.

Sì, perché voi ipoteticamente interessati a quel che sto scrivendo state aspettando che io parli di un certo articolo che gira per l'Internet ultimamente.

Anche io sto aspettando me stessa, tranquilli. O meglio, aspetto che il mio cervello si quieti: aveva tante cose da far battere sulla tastiera alle mie dita. L'articolo in questione è di Matteo Lenardon ed è stato pubblicato su "la nuova testata online che parla ai Millenials", The Vision, con il titolo: "Perché non c'è nulla di etico nella vita di un vegano".

Personalmente credo che l'autore non risponda mai a questa domanda: scrive di come anacardi, avocados, mandorle siano diventati "insanguinati", come i diamanti e che fanno gola ai successori di quei "Narcos" di cui ammiriamo le avventure, sempre su Netflix; della WWF che ha definito non sostenibili le coltivazioni vegetali (il problema cardine è che l'uomo stesso non è ecosostenibile, e infatti la mia prossima lettura sarà "Il mondo senza di noi", un libro del 2007 di Alan Weisman), come se chi mangia la carne non mangiasse anche la verdura o semplicemente la soia di cui il possessore morto di quella carne si è cibato prima di morire; di come i vegani comprino solo prodotti provenienti dal mercato capitalista perché non esistono ristoranti a base vegetale a chilometro zero (?!). L'unico concetto esposto che mi è sembrato abbastanza chiaro è stato quello legato alla critica a tutti i costi a quei nazivegani che definiscono la propria una scelta etica.

(E da qui parte il RIASSUNTO)

Io boh, non so se ho fatto una scelta etica. Non so nemmeno se ho fatto un qualche tipo di scelta: mangio quello che mangiavo prima, ho solo tolto quello che mi stava iniziando a dare fastidio, ovvero la carne, i latticini e le uova. Punto. Mi sono informata e quindi piano piano sono passata dal semplice fastidio al vero disgusto (perché in tutto questo, dall'età di dieci anni circa, io sono anticonformista e ecologista, e NON sono né mai lo sarò animalista - ci tengo a precisarlo - nell'accezione che la nostra società dà a questa parola).

Non pretendo che voi mi crediate né che seguiate il mio esempio, vorrei solo che anche voi visionaste quel che ho visionato, visto e poi compreso io. E "Perché non c'è nulla di etico nella vita di un vegano" non è un articolo che contiene informazioni che possono essere prese come oro colato, mi dispiace. Io compro sempre mandorle, soia, anacardi italiani, compro molti prodotti a chilometro zero o al massimo km 100, e potete farlo anche voi in tutti i negozi biologici d'Italia. Certo, ho peccato, e molto, anche io: ho comprato almeno una decina di avocados all'Eurospin in questi ultimi tre anni ma ho preso da (poco) tempo l'impegno di comprarne solo di siciliani quando è stagione (tipo adesso), dalla mia guru spacciatrice Lucia ;)

E come dico sempre: quando andrò in Toscana, nell'agriturismo più figo su TripAdvisor ma che allo stesso tempo allevi le sue mucche, le nutra di sola erba, e le uccida in loco dopo una vita felice, forse mi rifarò una bella fiorentina. "Forse" perché deve essere cotta davvero al sangue, cucinata con amore da una persona che ha visto vivere e morire quell'essere vivente da cui ha tratto quel godurioso pezzo di burro cotto alla brace. E "forse" anche perché dopo tutto il tempo in cui sono stata felicemente lontana da queste cose, potrei non provare più il piacere che provavo una volta nel papparmele. Ormai mi fanno brutto anche gli arrosticini abruzzesi, che amarezza. Avrei voluto scrivere ancora tante cose ma perdonatemi se non ho ancora appreso a fondo il dono della sintesi :) E ora un po' di links! 1) "Perché non c'è nulla di etico nella vita di un vegano": http://thevision.com/scienza/vita-di-un-vegano-non-etica/

2) Il report della WWF di cui si parla nell'articolo: https://dspace.lib.cranfield.ac.uk/handle/1826/6503 3) Probabilmente i 6 minuti più importanti di "Cowspiracy", se non volete vedere l'intero documentario (che comunque non dico essere la Verità Assoluta, eh!): https://www.youtube.com/watch?v=69FqnWnCpt0&t=2s

4) Un altro articolo che parla dell'altro articolo, fatto da gente più informata di me: http://www.medicinapiccoledosi.it/ambiente/perche-non-ce-nulla-etico-nella-vita-matteo-lenardon/

5) "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?" di Jonathan Safran Foer (2009): https://www.ibs.it/se-niente-importa-perche-mangiamo-libro-jonathan-safran-foer/e/9788860881137 6) 10 cose che piacciono e 10 cose che non piacciono a Guglielmo Scilla, uno delle mie muse: https://youtu.be/lO5eGyTnaAc

7) Il consiglio spassionato di Caparezza (musa ispiratrice numero 2): https://youtu.be/84rgsCJOMUA

8) Esempio di nazivegan (nota la differenza): http://www.jenusdinazareth.com/shop/fumetti-e-raccolte/nazi-vegan-heidi/

9) Lista di ristoranti e pizzerie - solo nella mia zona - vegani e vegetariani, più o meno tutti biologici e a KM 0 (alcuni li ho già provati: ammazza oh, che boni, e in nessuno di essi ho visto scene di discriminazione onnivora): https://www.veganhome.it/ristoranti-locali/ristoranti/marche/ 10) Semplicemente, la Genialità: https://www.youtube.com/channel/UCp3iXxis9n_E_GfbE-_ksFw Alla prossima! Forse. Non lo so. Fate quel che volete ma non venitemi sotto casa vestiti da esponenti del Ku Klux Clan, che spaventate mia madre e poi io e il mio compagno d'arme e d'amore siamo costretti a cacciare spade, pugnali e azze. Grazie! P.S.: Per critiche e/o domande, scrivetemi su Facebook che qui non so mettere i commenti ancora! Faccio ammenda per la mia tecnofobia :/

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